Usa questa tecnica quando la trattativa è perduta. E’ un rischio. Da maneggiare con attenzione. L’efficacia della vendita in negativo risiede nel creare un senso di perdita nel cervello del cliente (Kahneman). Di fronte ad una potenziale perdita, il cliente reagisce d’impulso virando la sua decisione. Trasforma un “No”, in un “Si”. Vendere in negativo prevede 3 fasi:
Sembra strano, ma funziona! Immagina un buyer che dice: “Non compro, la concorrenza offre la stessa cosa a meno”. Puoi vendere in negativo. “La capisco, non le conviene comprare. Questa offerta è più adatta per chi ha caratteristiche diverse dalle sue. E’ il motivo per cui x e y hanno investito”. In store, ecco la tecnica in azione. “Ha ragione, il rosso non si addice a tutti, è un colore per chi vuole davvero farsi notare tra la folla, il designer l’aveva pensato solo per personaggi dello spettacolo”.
Il cliente resta spiazzato. Chi vende, toglie letteralmente dal tavolo la possibilità di comprare. Quel prodotto/servizio su cui l’acquirente aveva preso una decisione negativa, prima disponibile, ora non lo è più. E’ un’estremizzazione del principio di scarsità che crea dolore. Di fronte a questa tecnica, il cliente può “mandarti a stendere” o “riattivare l’interesse” per l’occasione che sente di aver perduto.
E’ una tecnica potente, che può ribaltare l’esito di una negoziazione. Vendere in negativo è l’ultimo asso nella manica. E’ rischioso. Ma si sa, Chi non risica non rosica.
Buona Neurovendita!