Tutti parlano dei Bitcoin. Perché questa attenzione? Perché proprio adesso? La risposta di chi studia i comportamenti economici attraverso le neuroscienze è molto semplice: Bitcoin è diventato un brand. Chi ha creato la criptovaluta ha seguito tutte le regole per essere attrattivo sul cervello degli investitori, usando le medesime strategie usate dai marchi in altri settori, dal food al fashion. Bitcoin ha fatto esattamente le stesse cose che i brand fanno per diventare i primi nella mente di chi compra. Gli studi di neurovendita dimostrano che i brand di successo attivano il sistema limbico, ovvero la centralina che determina le emozioni. Un brand è un magnete emotivo. Un’icona che spegne la razionalità, inducendo automaticamente il comportamento d’acquisto. Cosa accomuna bitcoin ai brand di successo? Logo, mistero, senso di appartenenza, storie e principio di scarsità.
Il bitcoin ha un logo, la B con doppia appendice, su sfondo arancione. Un’icona che si ricorda, che resta impressa.
Si fonda sul mistero visto che nessuno sa con certezza chi abbia ideato la piattaforma tecnologica. Ufficialmente un informatico di nome “Nakamoto”, anche se si tratta sicuramente di uno pseudonimo. Non esiste infatti nessuna persona o azienda ufficialmente legata allo sviluppo del progetto. Su internet si racconta che lo stesso “Nakamoto”, dopo aver creato il software si è ritirato dal business, esattamente come un profeta dopo la predicazione, alimentando ulteriormente il misticismo.
Bitcoin crea un forte sentimento di appartenenza perché comunica l’idea di uno scontro con la finanza ufficiale, normata dalle banche centrali. L’idea di una moneta senza regole e confini, fa percepire chi ci investe come parte di un gruppo elitario, in lotta con l’establishment. Far sentire chi usa un “prodotto” un pioniere innovatore è il modo più efficace per creare una comunità ed alimentare la percezione di sentirsene parte.
Il web è pieno di storie sulla criptovaluta. Persone che hanno investito un dollaro nel 2010, oggi si raccontano come milionarie. I social hanno dato enorme visibilità a persone, fake o reali, che hanno raccontato di aver cambiato la propria vita grazie a questo investimento. Lo storytelling miracolistico alimenta la diffusione del brand.
Il gran finale risiede nel principio di scarsità. I bitcoin sono 21 milioni nel mondo. Il numero di bitcoin è una precisa quantità. Non possono essere aumentati come numero ma solo in valore. Il prezzo di ogni pezzo può solo crescere o diminuire in base alle richieste del mercato. Se un bene è limitato e poco disponibile allora si è disposti a pagarlo gradualmente sempre di più. Questo stesso principio viene usato per lanciare prodotti tecnologici a disponibilità limitata o limited edition nel mondo del lusso. Chi ha progettato Bitcoin ha inserito il principio di scarsità come leva fondamentale per accrescerne il valore, visto che ha fissato il numero di Bitcoin a priori. Il cervello è attratto da tutto quello che è limitato.
E’ difficile prevedere come andrà il bitcoin sui mercati finanziari. Sicuramente le banche centrali dovranno prendere una decisione normativa sulla criptovaluta e sul blockchain in generale. Di una cosa si può essere certi. Chi ha sviluppato Bitcoin, conosceva molto bene il funzionamento cerebrale umano e come si crea un brand di successo.