Tra coronavirus e polemiche post Sanremo arriva San Valentino. Uno dei rituali di san Valentino è scambiarsi un regalo tra innamorati. A prima vista potrebbe sembrare un rituale di consumo, un’occasione commerciale per rilanciare le vendite dopo Natale. Gli studi di Neurovendita, il campo che lega cervello e comportamenti d’acquisto, permettono una lettura diversa. Perché per le coppie a san Valentino è importante scambiarsi un dono?
Le neuroscienze hanno individuato che le dinamiche dell’amore e dell’attrazione dipendono dall’attivazione del cervello limbico, la centralina che regola le emozioni. Quest’area mostra una fortissima attività quando riceviamo e facciamo un dono. Regalare è un’esperienza che attiva specifiche aree del sistema nervoso, connesse ai ricordi emotivi positivi, come amigdala ed ippocampo. Ad un’analisi microchimica emerge che durante l’atto del regalare si alzano i livelli di ossitocina e dopamina. L’ossitocina è l’ormone delle relazioni, è la sostanza chimica che determina quella sensazione di essere in relazione con l’altro. La dopamina è il neurotrasmettitore della gioia, della felicità e dell’eccitazione. Per il sistema nervoso, donarsi qualcosa è consolidare e rivitalizzare il rapporto con il partner. Queste ricerche confermano che festeggiare San valentino con un regalo è “quasi” iscritto nei circuiti cerebrali. Come fare un regalo wow per il cervello del partner?
La prima regola, non fare mai un regalo banale o eccessivamente pubblicizzato. Molti si regalano esperienze da condividere. Dalle più strane come una notte romantica in un igloo, fino alle più usuali come una cena romantica in un posto da favola, inatteso. I più estrosi regalano una stella. Infatti è possibile dare il nome del partner ad un astro, il tutto registrato nell’anagrafica della volta celeste. I più freddolosi regalano un guanto di lana per due, così da facilitare il passeggiare mano nella mano. Altri invece fanno un regalo utile, pratico, che serve davvero nella quotidianità del partner. Serve un regalo che possa emozionare.
La seconda regola, conta più il biglietto del budget. Le aree limbiche mostrano la medesima attivazione indipendentemente dal valore economico del dono. Più di quanto costa il regalo, conta cosa si scrive nel biglietto che lo accompagna. Molte ricerche confermano che il picco di ossitocina si raggiunge quando il partner legge la lettera che accompagna il dono. Meglio iniziare sempre con “ho deciso di farti questo regalo perché…”. La parola “perché” è un termine magico per il cervello. Conferisce significato al dono. Per attivare al massimo l’ossitocina è fondamentale scrivere a penna il biglietto. Mai al Pc. In quest’epoca in cui nessuno scrive più e non si ricevono più lettere, l’impatto sul cervello del partner è potente.
La terza regola, consegnare il dono in modo alternativo. Nasconderlo in un posto inusuale. Mimetizzarlo così da aumentare la sorpresa. Farlo cercare come una caccia al tesoro seminata di indizi. Consegnarlo dove il partner non si aspetta. Il cervello ricorda quello che è inusuale. La ricerca potenzia il livello di dopamina.
Neurovendita dimostra come san Valentino resti un momento simbolicamente importante per molte coppie. La ragione risiede nella biologia del sistema nervoso, l’architettura elettrica e chimica dei rapporti d’amore.