Daniel Kahneman, psicologo e premio Nobel per l’economia, all’età di 88 anni non smette di stupire. Molte sue recenti ricerche riguardano la capacità di predire il successo delle persone nel lungo termine. La sintesi di molti studi dimostra che ruoli manageriali ed imprenditoriali di rilievo correlano con alcuni tratti di personalità (perseveranza) e con il livello mentale generale (il vecchio Q.I.). La perseveranza è la capacità di tollerare lo stress e resistere alla fatica più della media. Il livello mentale, ovvero l’intelligenza, è la capacità di fare sintesi e risolvere problemi con rapidità ed efficacia. Uno studente avrà maggiori probabilità di arrivare al top nel business, se si rileva una perseveranza sopra soglia ed un buon funzionamento intellettivo. Queste 2 misure correlano in maniera statisticamente significativa con il successo, ma non quanto vorremmo. Le correlazioni sono presenti, ma deboli. In altre parole, molte persone persistenti ed intelligenti non riescono ad arrivare sulla vetta. Il più grande psicologo vivente, Daniel Kahneman, sta studiando da tempo un nuovo predittore, si chiama: “active open minded”.
Cos’è? L’apertura mentale attiva è uno stile di pensiero. Un modo di elaborare le informazioni e prendere decisioni sul futuro. Le persone che hanno un elevato “active open mind” sono in grado di esprimere un giudizio su cosa accadrà, mantenendo sempre un certo grado di incertezza. Sanno che molte variabili sono imprevedibili e quindi sono attente alle nuove informazioni in entrata. Inoltre cambiano idea se queste nuove informazioni contraddicono le precedenti. Si tratta di soggetti con una mente che sa prendere decisioni migliori sul futuro, perché pensano e decidono includendo come base di ogni riflessione l’incertezza ed il continuo mutamento. Chi possiede questo stile cognitivo è piuttosto cauto nell’esprimere verità assolute, tende a ragionare in termini di probabilità. E’ attento ai nuovi dati che arrivano. E soprattutto non è mai rigido nelle sue posizioni.
Questi studi sono uno scossone all’archetipo del manager e dell’imprenditore sicuro di sé, che sa sempre cosa fare, pieno di certezze e coerenze. Il successo di un imprenditore e di un manager in fondo dipende dal saper prendere costantemente decisioni su quello che accadrà, in un contesto di assoluta incertezza. La capacità di immaginare scenari al di là nel tempo ed adattare continuamente la propria azione alle nuove informazioni in ingresso predice il successo in posizioni di rilievo in area economica (e non solo) con livelli di correlazione estremamente interessanti. Sommando questo nuovo predittore ai 2 precedenti, tratti della personalità e livello intellettivo, si arriva ad una capacità predittiva superiore al 50%. Non deve stupire che esista ancora molta imprevedibilità quando si tratta di prevedere come andrà una persona nella sua vita professionale. Meno male. Gli esseri umani sono complessi, non certo riducibili a poche variabili.
Inoltre il successo dipende dall’occasione di incontrare ambienti favorevoli in cui riuscire ad esprimersi. Il 50% di capacità previsionale è una percentuale altissima per le scienze sociali. In sintesi possiamo fare 3 affermazioni. Il successo nel business è per chi riesce a lavorare più duro degli altri. Per chi è abile a risolvere i continui problemi quotidiani. E oggi, dopo questi studi di Kahneman, per chi sa pensare al futuro in maniera attiva ed aperta, decidendo di mettere continuamente in discussione il suo punto di vista e le conseguenti azioni. In uno slogan, dall’uomo che non deve chiedere mai, all’uomo che dubita sempre, ascolta e cambia idea. Un salto di paradigma nelle scienze sociali e nella capacità di predire il futuro, partendo dal modo in cui la persona pensa al futuro stesso.