Ogni piatto, ogni bevanda, ogni scelta del locale può e deve essere raccontata al cliente come una storia. Un racconto che ha dei personaggi, avvenuta in un luogo preciso, con uno svolgimento ricco di aneddoti e fatti accattivanti. Rappresenta un punto di svolta per chi l’ha vissuta e per chi ascoltandola ne fa parte. Il mondo del “food and beverage” per sua costituzione è un universo di storie. Il cliente non compra un piatto, ma la storia che raccontiamo su quel piatto. Ciò non vale solo per i locali stellati o i vini d’annata. La semplicità è una storia. Il km zero è una storia. Una famiglia di ristoratori o albergatori che da generazioni fa con amore una certa professione su un territorio è storia. La ricerca di innovazione è storia. Il locale stesso è spesso storia.
Una storia non è una bugia. Tutto il contrario. Raccontare funziona solo se è sincero, se è vero, se è verificabile.
Perché è importante abituarsi a comunicare con lo storytelling? Il motivo risiede nell’architettura cerebrale. Le storie sotto forma di favola, sono state le prime comunicazioni strutturate che abbiamo ascoltato durante l’infanzia. Quando ci raccontano una storia, il cervello adotta una modalità di funzionamento “bambina” e quindi più sincera, più diretta, più semplice, più immediata. Recenti studi hanno dimostrato che il cervello quando ascolta una storia rilascia molti neurotrasmettitori connessi all’emotività, all’attenzione ed al ricordo. Una storia fa emozionare, infatti si misura un’attività intensa delle aree limbiche, con rilascio di dopamina e serotonina. Le sostanze chimiche che determinano la sensazione interiore della gioia e del relax. Una storia attira l’attenzione, infatti si misura un forte reattività del sistema reticolare. Una storia si ricorda con facilità, perché attiva i circuiti nervosi alla base della memoria, come l’ippocampo o i gangli della base.
“Ogni tavolo, una storia”. Questo deve essere il mantra del personale di sala. Uno dei giochi più belli che si possono fare con i camerieri professionisti è quello di scegliere alcuni piatti tra il menu (o alcune bevande). Poi si chiede loro di raccontare una storia di 30 secondi su ogni piatto. Spesso il personale di sala, descrive le caratteristiche, ma non racconta una storia. “Cosa mi racconti su questo piatto?”. “Perché il cliente lo dovrebbe scegliere?”. “Con quale storia, hai fatto i complimenti al cliente, dopo la sua scelta?”. Tutto lo staff deve contribuire a costruire delle storie da raccontare al cliente. Si tratta di un elemento fondamentale nella formazione relazionale del personale di sala. Senza storie non c’è emozione, attenzione e ricordo. Tutte cose che vogliamo per il cliente che vive l’esperienza del nostro locale!