Lo sviluppo delle neuroscienze negli ultimi vent’anni è stato vertiginoso e i ricercatori di mezzo mondo, applicando big data, tomografie a positroni e microchimica hanno scoperto molto sul sistema nervoso. Questi studi stanno creando un movimento di scienza applicata, il biohacking.
L’applicazione delle ricerche scientifiche con un solo obiettivo: potenziare le capacità cerebrali. Per usare la metafora informatica, l’idea è che il sistema nervoso sia come un software. È stata un network informatico, carpendo le password, si è in grado di cambiarlo dall’interno e usarlo per raggiungere gli scopi desiderati.
Usare quello che si scopre sul cervello per aumentare la lucidità, la memoria la velocità della presa di decisioni, La stabilità emotiva la resistenza alla fatica. Migliorare queste competenze, migliora i risultati nella vita.
Questo è lo scopo del biohacking. In fondo, tutto quello che si fa dipende da qualche miliardo di neuroni affastellato nella scatola cranica.
Sicuramente il mondo di oggi sottopone tutti a sfide cerebrali incredibili. Si pensi al numero di stimoli ai quali il cervello È sottoposto nell’era dello smartphone, alla complessità dei problemi che deve risolvere, alle relazioni sociali complicate in cui è inserito. Oggi avere a disposizione maggiori capacità cognitive ed energia è essenziale per adattarsi e mantenere il controllo. Ho iniziato utilizzare il biohacking con manager e personale nel campo commerciale. Professioni che, per loro natura, sono chiamate a una forte pressione a causa dello stress a cui sono sottoposte e la velocità di problem solving richiesta. Il Biohacking si distingue in due correnti, la farmacologia e la comportamentale. Nell’ambito farmacologico, sostanze che alterano le prestazioni cerebrali. Si tratta di decisioni che indicano enormi rischi per la salute. Stesso perché queste sostanze, definite smart drug, sono in realtà droghe a tutti gli effetti.
Vengono auto somministrate senza nessuna supervisione né ricetta medica. Spesso sono farmaci pensati per malattie neurologiche assunte a dosaggi minori.
La visione comportamentale del biohacking usa tecniche non farmacologiche per potenziare l’energia mitocondriale nei neuroni. Si consiglia di realizzare abitualmente alcuni comportamenti che hanno un impatto sulla potenza cerebrale.
Un’autodisciplina che innalza l’efficacia cerebrale. Un esempio? La doccia gelata: ogni mattina concludere la doccia con 60 secondi di acqua freddissima, seguito a 30 secondi immersione del viso in una bacinella gelida. All’inizio è dura, poi ci si fa l’abitudine. Una crioterapia fatta in casa per attivare al massimo il sistema nervoso. E’ dimostrato che abbassare la temperatura dei mitocondri migliora il ciclo di Krebs, aumentando l’energia a disposizione delle cortecce prefrontali. Gli antichi romani avevano intuito la forza di questa pratica, con il loro frigidarium termale.